La sparatoria che ieri, martedì 23 maggio, alle 23.30 circa, che ha coinvolto una famiglia di Volla, padre, madre e figlia, una bimba di 10 anni colpita alla testa dai colpi di una mitraglietta usata per sparare, probabilmente contro uno dei bar della piazza cittadina a seguito di un litigio, si presume. Nota a tutti come piazza Ferrovia ma in realtà dedicata a Carlo Cattaneo, quel luogo fu negli anni ottanta e novanta teatro di diverse sparatorie camorristiche e anche di morti innocenti. “Abbandonata” negli anni dai cittadini e dalla camorra, è tornata ieri sera ad essere teatro di un evento criminale davanti al quale le Forze dell’Ordine si sono già mosse.
Ore 23.30 circa di martedì 23 maggio. Sembrava una serata tranquilla che stava per concludersi nella solita routine. Nel luogo dove sono stati riaperti, dopo anni di chiusure e pause, entrambi i bar storici della piazza che fu il luogo principale d’aggregazione per decenni. Ora quella la folla non c’è più dopo che le abitudini sono cambiate. Ciò che, invece, non è cambiato è lo stile camorristico di certi fatti, molto diffusi nel capoluogo come in altri luoghi della provincia: usare le armi da fuoco per concludere litigi o mandare avvertimenti al nemico di turno.
Ieri sera potrebbe essere andata così mentre una famiglia (padre e madre e figlia di 10 anni) della vicina Volla si trovava, in quel momento, in piazza Ferrovia a Sant’Anastasia per un gelato. Colpita, forse di rimbalzo, dai proiettili, almeno dieci, che diretti contro il bar hanno, invece, colpito il padre 43 enne ferito lievemente alla mano, la madre di 35 anni colpita all’addome e la loro bimba di soli 10 anni colpita alla testa. Arrivata, poco dopo, al Santobono in gravi condizioni poiché e tuttavia non in pericolo di vita. Sottoposta ad un intervento chirurgico.
I Carabinieri di Castello di Cisterna sono arrivati dopo pochi minuti a Sant’Anastasia e dai sopralluoghi come dalle testimonianze delle persone che hanno, in qualche modo, assistito all’accaduto sembra che il raid con pistola automatica o mitraglietta sia stato indirizzato al bar della piazza. Le videocamere di sorveglianza potranno dire di più dando altri elementi utili agli inquirenti che sono a lavoro.
Resta molto probabile l’idea che la famiglia di Volla coinvolta nella sparatoria non abbia nulla a che fare con i motivi che hanno generato la sparatoria. L’allarme, invece, è da considerare alto a Napoli e in provincia poiché il possesso di armi automatiche aumenta tra i giovanissimi dediti ad atti criminali non solo per esibire, con il rito assurdo delle “stese”, un potere criminale ed intimidatorio che vuole far impressione sull’opinione pubblica ma anche avanzare idee di supremazia e di controllo del territorio a danno di altri piccoli e giovanissimi gruppi criminali rivali.
Sta di fatto che la sparatoria a Sant’Anastasia ha riportato alla mente scenari già visti nella città vesuviana quando nei decenni ottanta e novanta proprio quella piazza è stata più volte teatro di sparatorie e luogo dove agivano, esibendo forza criminale, i clan camorristici che si sono susseguiti in città negli ultimi 40 anni. Con l’aggravante che una bimba di 10 anni è in gravi condizioni. Il fatto criminale che ha suscitato nell’immediato anche la reazione del Coordinamento Provinciale di Libera Campania guidato da Pasquale Leone che ha il suo “quartier generale” nella vicina Ponticelli. Non a caso, Libera ha proprio a Sant’Anastasia un suo Presidio dedicato ad Anatolj Korol che fu ucciso con un colpo di pistola da vittima innocente per essersi ribellato ad una rapina. Il Presidio Libera di Sant’Anastasia è impegnato in un contesto ambientale difficile dove azioni concrete contro ogni connivenza, contro il dilagare della corruzione nelle istituzioni nonché contro ogni tipo di violenza criminale che attenta alla sicurezza dei cittadini diventano, ogni giorno, sempre più difficili. Intanto in questa storia si attendono sviluppi dalle indagini in corso e, soprattutto, si attende che la bimba ferita alla testa possa ricuperare presto. Sperando in città che piazza Ferrovia a Sant’Anastasia non ridiventi ciò che è stata per anni ma solo il luogo di un atto isolato i cui responsabili, ci si augura, risponderanno presto davanti alla giustizia.